Una ricerca di Kroll Ontrack rivela come quasi un terzo delle imprese non conosca quali dati siano archiviati sui tape legacy

old video cassette isolated on a white background

Secondo un recente studio condotto da Kroll Ontrack a livello mondiale  su un campione di 720 amministratori IT quando viene chiesto di effettuare il restore di dati da tape legacy per questioni normative, per indagini o contenziosi non tutti i dipartimenti IT riescono a rispondere in maniera veloce e immediata a queste richieste. Il 30% degli intervistati, infatti, non conosce chiaramente quali siano le informazioni memorizzate all’interno degli archivi su nastro. Se si considera poi che questo genere di richieste sono spesso urgenti e legate a specifici obblighi di legge, risulta evidente come queste aziende siano potenzialmente esposte al rischio di azioni legali o di dover pagare delle sanzioni.

Kroll Ontrack  rende noti oggi i risultati  di un sondaggio condotto a livello mondiale sui processi e le problematiche legate alla gestione e all’archiviazione dei nastri magnetici. Lo studio è stato condotto negli USA, nel Regno Unito, in Germania, Austria, Svizzera, Italia, Polonia, Singapore e Nuova Zelanda e ha raccolto le risposte di 720 specialisti di Information Technology di aziende e provider di servizi del settore IT.

Il risultato dimostra che gli amministratori IT sono regolarmente sotto pressione quando devono accedere, identificare e recuperare dati specifici dagli archivi su nastro che si tratti di una richiesta di supporto ad  una ricerca interna che coinvolge dati legacy, di rispondere agli obblighi normativi da parte di agenzie governative e, non da ultimo, per questioni di eDiscovery che riguardano i dati archiviati. Il 30% degli intervistati riceve infatti richieste di restore dei dati ogni giorno, una volta a settimana o almeno una volta al mese e il 32%  riceve questo tipo di richieste più volte durante l’anno. Il 22% però conferma di non essere in grado di rispondere alle richieste dell’azienda e di localizzare e accedere ai dati di cui avrebbe bisogno.

A molte imprese viene richiesto per legge di mantenere l’accesso ai dati per un periodo di tempo specifico” chiarisce Paolo Salin,  Country Director di Kroll Ontrack Italia. “Per queste aziende è quindi fondamentale riuscire a mantenere l’accesso ai dati legacy e rispondere velocemente e in maniera puntuale alle richieste di restore delle informazioni. Risorse IT sovraccaricate e il fatto che quasi un terzo delle imprese incontri notevoli difficoltà anche solo nel sapere o capire quali dati siano presenti in azienda e come sono archiviati rappresenta una vera e propria sfida che potenzialmente può esporre le imprese a rischi nel caso in cui  non riescano a fornire queste informazioni in un tempo ragionevole ”.

Alla domanda su quali siano le difficoltà nell’avere una chiara visione delle informazioni contenute negli archivi su nastro, gli amministratori IT dichiarano quanto segue:

  • il 43% reputa difficile e dispendioso in termini di tempo accedere ai nastri e visualizzarne i contenuti;
  • il 24% indica che l’azienda non possiede più l’infrastruttura software o hardware per accedere ai nastri legacy;
  • il 18% individua la causa nei costi di mantenimento dell’infrastruttura legacy ;
  • il 7% afferma che i problemi sono legati al danneggiamento dei nastri.

Ulteriori risultati della ricerca evidenziano quanto segue.

  • Protocolli di backup: circa 2/3 degli intervistati (pari al 62%) archivia i dati quotidianamente, mentre il 38% non lo fa. Il 13%, infatti, effettua il backup dei dati solo una volta al mese o meno, esponendo l’azienda a gravi rischi poiché i dati potrebbero essere persi e non si avrebbe a disposizione nessun backup per recuperarli.
  • Numero elevato di tape legacy e loro età: Il 34% degli intervistati ha più di 100 nastri legacy all’interno delle proprie aziende, mentre il 12% ne ha più di 500. Inoltre, più della metà degli intervistati, pari al 56%, gestisce nastri che hanno più di 5 anni, mentre il 34% ha nastri con età compresa tra 5 e 10 anni e il 21% possiede dei nastri con più di 10 anni di vita. Nonostante l’età media di un nastro non sia un dato preponderante per i danni ai tape o il rischio di perdita dei dati, di certo gli anni insieme ai  numerosi  processi di lettura e scrittura delle informazioni, ad una cattiva conservazione e alla mancanza di software e hardware adeguati, possono causare seri danni.

Considerate le diverse soluzioni di  backup e di nastri utilizzati dalle aziende, per comprendere al meglio le modalità di gestione dei nastri magnetici e stabilire dei processi per rispondere in maniera veloce ed immendiata alle richieste di dati è necessario adottore due best practice: la prima è quella di valutare lo stato di salute dei propri archivi su nastro mentre la seconda è quella di conoscere quali dati siano stati memorizzati su questi dispositivi” ha commentato  Paolo Salin, “Le aziende seguono il giusto approccio quando effettuano un audit dei propri archivi su nastri legacy e catalogano le informazioni e la posizione dei dati. Dal momento che si tratta di un processo dispendioso in termini di tempo e costi, stiamo registrando un aumento nella richiesta di soluzioni semplici da utilizzare per centralizzare i cataloghi di sistemi e media diversi  in un unico inventario da cui si possano effettuare ricerche di dati”.